Come usare gli hashtag per promuovere la tua struttura

Lug 3, 2017 | Branding, Hotel marketing, Web marketing | 0 commenti

Mi capita sempre più spesso di vedere contatti, soprattutto su Instagram, che inseriscono una valanga di cancelletti. Una selva di hashtag da uscire di testa.  Penso sia il caso di condividere con te qualche indicazione su come usare gli hashtag correttamente in ambito turistico.

Conosciamo tutti gli hashtag, parole precedute dal “#” utilizzate come aggregatore tematico, ma il loro utilizzo è forse sfuggito di mano tanto che vengono spesso inseriti 30 hashtag nella descrizione e altrettanti nei commenti. Certo, metterne è meglio che non farlo per nulla, e permette di raggiungere una marea di like da tutto il globo mettendo tutti gli hashtag possibili, ma chi dovrebbe essere il destinatario della tua comunicazione? Sei veramente sicuro che tutte le persone che mettono il cuoricino siano interessate al tuo prodotto o servizio? Faccio un passo indietro.

La storia dell’hashtag inizia dieci anni fa, con un post su Twitter di un avvocato americano di nome Chris Messina. Utilizzato poi per importanti eventi mondiali, nel 2009 viene implementato su Twitter e successivamente, nel 2013, anche su Facebook. La sua funzione è stata, è e sarà sempre quella di un aggregatore tematico. La sua funzione per le strategie digitali è indubbia e spesso determina il successo o il fallimento di intere campagne promozionali.

Diciamo la verità, oggi purtroppo si fa un uso smodato e senza senso degli hashtag tanto che solo una minima percentuale ha effettivamente la sua efficacia. Su Twitter il limite di 140 caratteri non ha permesso di abusarne troppo, ma poi è arrivato Instagram. Instagram ha dato il via all’utilizzo (ridicolo) di caterve di hashtag, su ogni foto troviamo una prateria di cancelletti seguiti da altrettante praterie nei commenti.

Sarò diretto. L’utilizzo smodato di questi hashtag è inutile. Interrogati sull’obiettivo del tuo post, della tua fotografia. Se gestisci il profilo della tua struttura ricettiva l’obiettivo deve essere quello di coinvolgere i potenziali clienti, trasformarli in clienti e lasciare che siano loro a farsi promotori della tua struttura condividendo immagini a loro volta. Il collante che permette tutto questo è un hashtag. Se utilizzi sessanta hashtag tra cui parole assolutamente fuori contesto (esempio #goodmorning o #staytuned) avrai sprecato tempo e ancora peggio potresti attirare momentaneamente utenti che non sono interessati ai tuoi servizi (o al tuo prodotto), potrebbero aumentare il numero dei “cuoricini” ma avrai un pubblico troppo eterogeneo e non potrai misurare i tuoi risultati. Se non puoi misurare non puoi gestire, ricordalo!

Se il tuo obiettivo è ricevere piogge di like indifferenziati senza senso allora aggiungi, aggiungi più che puoi. Il mio obiettivo però è quello di aiutarti nell’utilizzo funzionale degli hashtag. Quindi seguimi.

 

Quanti hashtag devo usare?

Premetto che non esiste un numero magico per ogni social network, bisogna affidarsi al buon senso.

Personalmente uso questi tre principi generali per aggiungere un hashtag:

  1. Less is more. Utilizzane pochi ma coerenti con i contenuti.
  2. Attenzione alle parole. Se vuoi mettere un hashtag presente nei trend topic assicurati di averne capito il senso.
  3. Creare un hashtag legato al prodotto o servizio è un’ottima cosa a patto che ci sia alla base uno studio serio e un’analisi ben ponderata.

Vediamo brevemente come usare gli hashtag nei social network per la tua struttura.

Twitter

Iniziamo dal più rodato. L’utilizzo degli hashtag su Twitter, proprio per la sua particolare natura, è molto utile per ricondurre i nostri post a determinati argomenti e per far si che gli utenti potenzialmente interessati ai nostri contenuti ci possano trovare. Gli hashtag su Twitter sono molto utili nel corso di eventi per il “live twitting”. Puoi twittare un evento che si tiene presso la tua struttura come un congresso, twittando l’allestimento dello stesso e condividendo scene di lavoro dello staff. Consiglio di utilizzarne 2, al massimo 3 in rari casi, possibilmente all’interno del post stesso.

Facebook

Anche in questo caso posso dirti massimo 3 hashtag. Ci sono diverse scuole di pensiero che propongono di inserire gli hashtag alla fine del messaggio del post e possibilmente separato da una riga onde evitare una lettura fastidiosa del messaggio. Altri punti di vista concordano nell’inserire gli hashtag all’interno del messaggio. Si possono scegliere entrambe le soluzioni, ma vanno valutati contesto e contenuto soprattutto in base alla lunghezza del messaggio del post. In ogni caso, se scegli di inserirli all’interno del messaggio è bene non utilizzarli ravvicinati. Questo è #sempre #bene #non #farlo. La lettura del messaggio sarebbe compromessa. Su Facebook possono essere condivisi eventi o manifestazioni che si tengono nella destinazione di cui fai parte. Verifica la presenza di hashtag correlati alla manifestazione e usali senza sommergerli di cancelletti inutili però!

Google +

Qui hai la libertà di utilizzarne qualcuno in più, facciamo 5. In questo caso è utile inserirli a fine messaggio, separati da una riga purché siano coerenti con l’argomento trattato. Spesso nei contenuti può essere utilizzato un messaggio piuttosto lungo per cui l’utilizzo di hashtag separati alla fine può risultare funzionale per una piacevole lettura. G+ è un ottimo strumento per il posizionamento nei motori di ricerca soprattutto in ottica di destinazione per arricchire la propria scheda MyBusiness. Attenzione allo spam: bombardare le tue cerchie di messaggi promozionali non aumenterà il tuo fatturato!

Instagram

Veniamo a noi, Instagram. Ultimamente faccio fatica a capire il senso di molti post dei miei contatti “istituzionali” su Instagram in mezzo a piogge di hashtag. Il mio consiglio è quello di utilizzarne pochi nella descrizione, due, tre che siano però fortemente specifici in ordine al target che si vuole raggiungere. In alcuni casi può essere utile aggiungerli alla fine del messaggio. Puoi promuovere la tua struttura attraverso immagini degli interni utilizzando hashtag coerenti con il messaggio oppure attraverso hashtag legati al territorio. Valuta quali vengono utilizzati per commentare le vacanze nell’area in cui lavori. Consiglio di evitare di riempire due o tre commenti di hashtag. Insomma, è già abbastanza ridicolo inserire 30 hashtag di cui 28 inutili, rispondersi da soli è da psicoterapeuta!

Ovviamente sei libero di utilizzarli come credi, ci mancherebbe. Non esistono regole ferree che definiscono come usare gli hashtag. Il mio obiettivo però è quello di fornirti uno spunto di riflessione sull’utilizzo di questo strumento nella promozione turistica. La scelta fondamentale ricade sempre su qualità vs. quantità. Non sono un amante dei numeri inutili, il numero di like e retweet sono semplici vanity metrics che non producono alcun effetto sulla crescita del tuo brand. Concentrati sullo User Generated Content e stimola il tuo pubblico.

Devi interrogarti sui tuoi obiettivi ma devi sapere che una strategia ben fatta avrà bisogno di tempo per produrre effetti positivi. Infine, se il tuo obiettivo è quello di ottenere più mi piace possibile allora puoi continuare a navigare a vista. Troverai però problemi quando dovrai pianificare delle strategie e ti dovrai inventare qualcosa per capire cosa veramente ha effetti positivi e cosa invece ti permetteranno solo di sprecare denaro.

Ti lascio con queste tre domande a cui spero tu abbia già dato una risposta:

  • Perché la mia struttura deve essere seguita sui social network?
  • A chi devo comunicare?
  • Cosa devo comunicare?

Se non hai ancora dato una risposta, fallo subito, sei ancora in tempo!

Non ho idea! Non me lo sono mai chiesto e non so rispondere! Aiutami!